La vita

Il dopoguerra

Nell'immediato dopoguerra Emilio trasforma un garage in una sala da ballo, “La Conchiglia”, che diventa all'occasione anche sala cinematografica, prima di film muti a 9,5 mm, poi di pellicole a 16 mm col sonoro. Gestisce, in seguito, la sala da ballo “Stella sul Mare” (il locale si chiamava in precedenza “Pizzo del Giannino”, espressione riferita alla lotta partigiana) nella pinetina di fronte a “La Barca”. Lo storico ristorante, ancora in fase di restauro dopo i danneggiamenti della guerra, prestava il proprio pianoforte per le serate danzanti di Emilio, in cambio di stoviglie e posate, disponibili, ma inutilizzate, presso la “Stella sul Mare”.

Nel 1948 Emilio entra nelle Ferrovie dello Stato come macchinista presso il Deposito Locomotive di La Spezia, guidando treni passeggeri e merci tra Pisa e Parma. Sul mondo dei ferrovieri nel 1970 scriverà, realizzandone interamente anche l'impaginazione e la grafica, il suo primo libro: “Pane di ferro” (il gioco di parole del titolo allude alla sicurezza del posto di lavoro in ferrovia), una acuta e spiritosa descrizione sociologica di quell'ambiente di lavoro. Sullo stesso argomento scrive e realizza anche la rivista periodica “Panni di famiglia”. Per più di trent'anni lo spezzino e la Lunigiana sono un secondo baricentro delle sue iniziative, oltre a quello versiliese. Collabora col gruppo musicale-sportivo dei “Ragazzi di Migliarina”, per i quali cura pubblicazioni periodiche, scrive canzoni e registra dischi a 45 e 33 giri. Nel 1977 incide un disco per un altro gruppo canoro di ragazzi, i “Canarini” di Sarzana.

 

A partire dal 1952 collabora col Patronato Scolastico delle Elementari Carducci e col direttore, maestro Eli Giannelli (con lui avrà uno scambio epistolare nei decenni successivi), realizzando progetti didattico-ricreativi e spettacoli interpretati interamente dagli alunni. In particolare la rivista “Asinòpoli: il paese dei somarelli” (maggio 1954), di cui Emilio è autore del testo e regista, contiene molti interventi vocali e strumentali dei ragazzi, accompagnati da una piccola orchestra diretta da Fortunato, fratello di Emilio. Lo spettacolo viene rappresentato al Cinema Teatro Principe di Forte dei Marmi e replicato in seguito al Teatro Comunale di Pietrasanta. Di quegli anni è anche la rivista “Se quel treno ci fosse!..” con la canzone omonima e la canzone "Nostalgia di Forte dei Marmi", successivamente arrangiata e diretta da Enzo Ceragioli, per la voce di Emilio Pericoli, e incisa su un disco a 78 giri presente nel catalogo nazionale della Casa discografica milanese Odeon.

Verso la metà degli anni '50 allestisce un laboratorio di registrazione audio (prima su filo metallico, poi su nastro magnetico) e di incisione di dischi a 78 giri, costituiti da un supporto di alluminio ricoperto sulle due facce da una speciale lacca, sulla quale una punta di acciaio, fatta vibrare tramite un amplificatore dalla sorgente acustica, scavava il solco sonoro.

 

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Comune Forte dei Marmi

©Emilio Tarabella | 2016

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